Mario, un nome, una garanzia
Forse sono un visionario, un pazzoide o un romanziere di fantapolitica, ma oggi ti voglio portare in una suggestione o in un incubo.
«Bisogna trovare modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione».
«Qui c’è un problema di fondo, che è lo scarso livello di educazione e di preparazione del popolo italiano. Questo, purtroppo viene fuori in modo sistematico ogni volta che vengono pubblicati i dati. Questo ha un riflesso sulla capacità del popolo italiano. Ovviamente ognuno ha il sacrosanto diritto di voto, ma la capacità di esprimere un orientamento politico è molto bassa».
Queste due recenti esternazioni sono di Mario, amico e collega del Presidente del Consiglio Mario Draghi, nonché senatore a vita, Monti.
Attualmente l’Italia si trova un regime di «green pass rafforzato», ovvero il messaggio è: bisogna rafforzare ogni aspetto della vita comunitaria e civile.
A gennaio 2022 si deve eleggere il Presidente della Repubblica. Ecco non so quale Mario andrà al Quirinale, ma quasi sicuramente un Mario resterà anche a Palazzo Chigi.
Insomma, al vertice dell’Italia due banchieri, ovviamente per premiare i bravi e rieducare gli indisciplinati per il bene di tutti.
Nel 2023 si voterà? Certo, ma bisogna vedere chi è in grado di rafforzare la democrazia. Non so se mi sono spiegato.
Questa è comunque una suggestione di un pazzoide.