Torna il Ministero per le disabilità, ma è una buona notizia?
Da ieri sera sappiamo la composizione della compagine ministeriale del governo di Mario Draghi e si registra l’auspicato ritorno anche del Ministero per le disabilità.
In politica, la forma è sostanza e un dicastero dedicato a noi cittadini disabili, soprattutto per il lungo confinamento dovuto alla pandemia, è almeno un segnale di attenzione.
In ogni caso, la domanda di fondo resta: è o no una buona notizia? Certamente, da questa legislatura, il tema della disabilità è tornato al centro del dibattito politico. Ma siamo onesti: più per propaganda che per altro.
A parte l’estensione del superbonus 110% anche all’abbattimento delle barriere architettoniche e un parziale incremento delle pensioni di invalidità, dovuto peraltro a seguito di una sentenza della Corte costituzionale, c’è ben poco.
Nessuno lo dice ma questo governo dovrà supportare l’Italia nella negoziazione della creazione degli Stati Uniti d’Europa. Altro che transizione ecologica: assoluta stupidaggine.
Nella prospettiva del progetto federale europeo, che è anche oramai una scelta di sopravvivenza, la disabilità dovrà necessariamente trovare un momento di ridefinizione globale delle politiche a sostegno della nostra categoria.
Per cui avere la possibilità di una interlocuzione ministeriale è un fatto estremamente positivo. A condizione che sapremo cogliere questa grande opportunità.
Saranno, pertanto, mesi cruciali nei quali ricontrattare praticamente tutto.
Ma il mondo della disabilità saprà fare sintesi? La sfida è solo all’inizio.
Avrei una proposta da fare al ministero: Dare la pensione di invalidità anche a coloro nonostante una invalidità 100% non rivedibile e 104. che percepiscono una pensione di vecchiaia di 1200-1300 mensili, cioè dare la pensione di invalidità nonostante la pensione di vecchiaia. Visto che l’invalidità richiede notevoli uscite economiche.