La scuola della nuova normalità
Nuova normalità.
La chiamano così: in questo tempo sospeso a seguito dell’emergenza sanitaria, non si dice che bisogna adattarci ad una normalità transitoria o provvisoria, ma che bisogna pensare ad una nuova normalità.
A questo progetto “culturale”, la scuola si adegua ossequiosamente. Ed ecco, quindi, che si indica l’uso della mascherina come atto di responsabilità verso il prossimo. L’uso della mascherina è da normalizzare, proprio come il ricorso alla sedia a rotelle per il paralitico; rispetto a questo piano educativo, si censura ogni voce critica.
La scuola sta diventando una fabbrica di “invalidi normodotati”, ovvero di soggetti totalmente acritici che devono accettare l’idea di essere presumibilmente disabili, cioè asintomatici. E per evitare un risveglio della coscienza, si segregano gli alunni disabili a casa.
D’altra parte, la sola e semplice presenza di ragazzini su una carrozzella in aula può rivelarsi fortemente oppositiva alla narrativa dominante.
La relazione amicale tra compagni normodotati e disabili, vissuta quotidianamente in classe, smaschera inconfutabilmente l’inganno e il progetto criminale. Un virus non può imporre presidi sanitari, peraltro di indubbia efficacia, a vita, come un handicap permanente.
Fermiamo questa follia prima che sia troppo tardi.